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Immagine del redattoreStaff A&Co.

LA RINASCITA DELLE DISTILLERIE DI SCOZIA: IL CASO PORT ELLEN


 

La distilleria Port Ellen, chiusa nel lontano 1983, ormai più di quarant’anni fa, negli ultimi anni è diventata oggetto di culto nonostante allora non fosse particolarmente apprezzata e nonostante si trovasse sull’isola più famosa del Re dei distillati.

Fondata nel 1825 da Alexander Ker Mackay nella costa meridionale di Islay non lontano dalla città-porto da cui prende il nome. Dopo vari passaggi di proprietà cessò la produzione nel 1929 ma con i suoi quattro alambicchi ha sempre continuato a rifornire, ancora oggi, la maggior parte delle distillerie dell’isola. Negli anni Ottanta, a causa del calo del mercato dello scotch whisky si ritrovò a chiudere i battenti.

Ha riaperto come stanno facendo altre storiche aziende chiuse per decenni, e ha ripreso a distillare da poche settimane, dopo oltre 40 anni,  riscuotendo immediatamente un grande successo nonostante non sia ancora in commercio alcun tipo di bottiglia. Lecito chiedersi il perché di tutto questo clamore. In realtà Port Ellen non è mai stata una distilleria di spessore prima del 1983 anno di chiusura delle sue porte. I suoi malti infatti erano utilizzati principalmente per dei blend (allora sinonimo di whisky di poco valore a differenza di oggi). L’ unico imbottigliamento di rilievo fu quello dedicato alla visita della Regina Elisabetta II a Islay del 1980. Principalmente per colpa di una recessione economica la distilleria chiuse improvvisamente e le botti di Whisky rimasero nel “dimenticatoio” senza che nessuno le valorizzasse. E fu così infatti che i Whisky di Port Ellen, così ignorati durante la loro vita canonica sono diventati oggetto di desiderio di qualsiasi collezionista. Un boom economico e di richieste che, insieme a un rinnovato vigore nel settore, nel 2017 hanno convinto Diageo, società leader nella produzione e distribuzione di Scotch, ad acquistare Port Ellen e a lavorare per rimetterla in produzione. Un progetto costoso, dal momento che sono stati necessari una quarantina di milioni di euro a rimettere in attività gli impianti e gli alambicchi che ancora non hanno cominciato realmente a generare introiti considerato che ha cominciato a distillare solo nel marzo 2024.  

Quali quotazioni potranno raggiungere i prodotti di queste distillerie oggi non è sicuramente dato saperlo, anche se gli appassionati sono sicuramente tutti disposti in curiosa e trepidante attesa e anche questo, in fondo, è la magia del tempo..

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